Il Content Audit è un strumento strategico perché aiuta a monitorare e migliorare i contenuti e assicurare che siano in linea con le esigenze dell’utente e gli obiettivi aziendali. In questo modo, sarà possibile progettare un’esperienza utente fluida, efficace e coinvolgente.
Ecco un pratica guida con consigli, checklist, risorse ed esempi per condurre un valido Content Audit.
Cos’è un Content Audit
Content Audit, in italiano Analisi dei contenuti, è una valutazione sistematica e approfondita dei contenuti di un prodotto digitale, come un sito o un’app. Questa attività analizza e valuta la qualità, la pertinenza e l’utilità di ogni elemento in relazione agli obiettivi aziendali ma soprattutto in base alle esigenza dell’utente.
Non esiste un momento ideale in cui iniziare un Content Audit, puoi farlo in qualsiasi fase del processo di sviluppo del prodotto digitale. Spesso viene fatto durante il rebranding di un sito web per mappare tutti i contenuti presenti e scegliere quali tenere o modificare.
Una cosa è certa: se non l’hai mai fatto è ora di metterti all’opera. È un check up completo che misura lo stato di salute di un prodotto digitale e della user experience. Meglio ancora, andrebbe fatto con regolarità, come una visita dal medico.
Obiettivi e vantaggi del Content Audit
Realizzare un Content Audit ti consente di prendere decisioni informate sulla strategia, l’organizzazione e l’ottimizzazione dei contenuti perché:
- fornisce una visione organizzata di tutti i contenuti presenti,
- aiuta a creare contenuti su misura per l’utente in modo da aumentare la sua soddisfazione,
- monitora lo user journey per capire se ci sono frizioni nell’esperienza o contenuti che ostacolano la navigazione, come link non funzionanti o pagine 404,
- verifica che i contenuti siano accessibili con gli alt text,
- identifica contenuti da migliorare come dati non aggiornati, prodotti non disponibili, testi con lacune, ripetizioni, incoerenze o differenze tra i contenuti e l’utente target,
- individua contenuti mancanti da creare e duplicati da rimuovere, migliorando così le prestazioni SEO,
- suggerisce come organizzare l’architettura dell’informazione in modo da garantire che gli utenti possano trovare facilmente le informazioni di cui hanno bisogno,
- fornisce informazioni preziose sul rendimento di un contenuto (traffico, interazioni, conversioni ecc), così se una pagina registra un’ottima performance, si può risalire a cosa funzione e applicare queste buone pratiche in altre pagine.
Come si fa un Content Audit
1. Obiettivo, fonti e strumenti
Definisci i vantaggi che vuoi ottenere con il Content Audit. Per esempio, in un sito web puoi individuare come obiettivi potenziare la SEO, rendere i contenuti più competitivi rispetto al motore di ricerca e al mercato, aumentare il coinvolgimento dell’utente, migliorare il tasso di conversione e vendere più prodotti.
Una volta scelto l’obiettivo, è importante definire quali dati dei contenuti raccogliere, dove trovarli e quali sono i criteri per valutare i risultati. Può essere l’intero prodotto digitale con tutti i testi, immagini, video e file scaricabili o un determinato user journey o una singola pagina web.
Facciamo un esempio
Se il tuo obiettivo è incoraggiare gli utenti a rimanere più a lungo sul sito e aumentare il tasso di scroll della pagina, dovrai usare Google Analytics per risalire alla frequenza di rimbalzo e al tasso di engagement di quella pagina e inserire i dati nel Content Audit per analizzarli.
Il nostro consiglio
Puoi automatizzare alcune fasi iniziali del processo di Content Audit, per esempio strumenti in grado di generare rapidamente sitemap, risalire a date e autori, raccogliere metadati e statistiche. Dove inserire tutti i dati che si raccolgono? A Officina Microtesti usiamo un foglio di calcolo Excel condiviso su Drive, lo troviamo uno strumento utile perché è possibile coinvolgere altre persone per consultarlo e organizzare i risultati in una tabella.
2. Stabilire le metriche e raccogliere i dati
Nella tabella, le colonne sono dedicate agli elementi da analizzare e le righe ai singoli contenuti. Gli elementi sono definiti in base all’obiettivo e possono essere:
- fonte,
- url,
- titolo della pagina o del contenuto (se non è presente, associa una frase che riassume il contenuto),
- tipologia di contenuto (un articolo, un microcopy, un file ecc…),
- descrizione/argomento (di cosa parla),
- obiettivo del contenuto (aumentare la brand awareness, guidare la navigazione, generare contatti, vendere ecc…),
- Call to action nella pagina,
- allegati,
- tag,
- keyword,
- metadati (page title, meta description, alt text ecc…),
- autore,
- data ultimo aggiornamento,
- link presenti,
- device (mobile o desktop),
- performance (traffico, tasso di rimbalzo, clic, visualizzazioni, like, condivisioni e altri dati reperibili da Google Analytics),
- valutazione (cancellare, aggiornare, tenere) e intervento (approfondire con fonti nuove, cambiare call to action, inserire immagini, ottimizzare metadati
a, inserire link interni, unire ad un altro articolo ecc…), - note.
Da questo momento, armati di pazienza e naviga ogni angolo del tuo prodotto digitale, leggi tutti i contenuti e inserisci i dati da analizzare nella tabella. È come realizzare un inventario strutturato e molto dettagliato, siamo nella fase del Content Inventory.
Il nostro consiglio
Se la mole di lavoro sembra enorme, per esempio un intero sito web, dedica qualche ora al giorno con costanza. Parti dalle pagine più visitate e da quelle che ospitano le attività aziendali più importanti, come l’assistenza.
3. Analizzare i contenuti
Ora hai in un unico posto tutti i contenuti creati fino a questo momento, pronti per essere esaminati e interpretati. Il livello di qualità di un contenuto è dato in base alle best practice dello UX Content, ai bisogni dell’utente e agli obiettivi aziendali. I criteri di valutazione dei dati raccolti possono dividersi in tre macrocategorie:
- linee guida di scrittura per il web e principi di design: tieni conto di fattori quali la leggibilità, il linguaggio, la terminologia, la chiarezza, la formattazione del testo. Verifica se i contenuti rispettano i principi di accessibilità e usabilità,
- strategie e metriche di performance dell’azienda: valuta la qualità, la coerenza, il tono di voce dei contenuti rispetto alle linee guida del brand e se seguono le Linee guida di stile,
- quali sono i bisogni degli utenti e cosa vogliono ottenere: confronta i dati rispetto a chi sono gli utenti dei tuoi contenuti, cosa stanno cercando di ottenere e in che misura il contenuto li supporta in questo compito.
Il nostro consiglio
Potrebbe essere utile condurre una ricerca qualitativa, come un’intervista, per chiedere direttamente agli utenti se i contenuti soddisfano ancora le loro esigenze.
4. Organizzare i risultati
Ordina i contenuti in base ad argomenti o temi per creare categorie e un’organizzazione logica. Stabilisci una gerarchia e individua le aree più strategiche per l’azienda su cui intervenire subito (per esempio quelle con cui gli utenti interagiscono di più). Scrivi in dettaglio cosa fare per migliorare i contenuti che necessitano di aggiornamento.
Il nostro consiglio
Dedica l’ultima colonna a etichettare i contenuti: usa i 3 colori del semaforo per segnalare la priorità di intervento o per evidenziare se si tratta di mantenere, aggiornare o rimuovere.
5. Intervenire sui contenuti
In base alla priorità definita, puoi intervenire (anche con l’aiuto del team di design) e migliorare i contenuti, o eliminarli dove necessario. In seguito, monitora i cambiamenti per verificare se ci sono stati dei miglioramenti nell’esperienza utente.
Facciamo un esempio
La pagina delle FAQ di un e-commerce registra un alto tasso di traffico ma anche un’alta frequenza di rimbalzo e un limitato coinvolgimento dell’audience. Può significare che gli utenti visitano molto spesso la pagina perché interessati all’argomento ma il contenuto che trovano non soddisfa le loro esigenze. Dalla lettura emerge che i contenuti sono piuttosto datati, non è aggiornata la procedura per il reso. Nella tabella segnali questo elemento con il colore rosso, quella pagina è importante per aiutare i clienti e richiede attenzione immediata. Puoi intervenire per aggiornare le domande frequenti, inserire nuovi quesiti ricavati dalle chat dell’assistenza e rendere i titoli più intuitivi.
Il nostro consiglio
Il Content Audit serve a esaminare, valutare e accertare la quantità e la qualità dei contenuti senza obbligo di aggiornarli o colmare eventuali lacune. Spesso non è sufficiente fare delle modifiche per rinfrescare il vecchio contenuto, ma è necessario rimuoverlo: nel tempo scegliamo metodi e strade nuove che rispondono meglio ai bisogni di chi lo usa.
Risorse
Per individuare tutte le pagine presenti in un sito usa xml-sitemaps. Basta andare sulla piattaforma, inserire l’url per generare una sitemap e risalire a tutti i link presenti.
Per raccogliere dati sul comportamento dell’utente, monitorare le conversioni, analizzare il traffico usa Google Analytics. Devi installarlo sul sito in cui fare il Content Audit un po’ di tempo prima per permettergli di registrare sufficienti dati.