Come faccio valutare se le parole che ho scritto sono davvero efficaci? In questo post ti parliamo di UX Writing e dei test sui contenuti, di cosa testare e quando farlo.
L’UX Writing è una tecnica di design dei contenuti data-driven e misurabile. Le parole che scegliamo per i testi e i microtesti sono progettate sulla base dei risultati della user research e sottoposte a vari test per verificare che siano usabili, ma anche che ci diano i risultati che ci aspettiamo in termini di traffico e conversioni.
Nel post Come si fanno i test dei contenuti per l’UX Writing abbiamo parlato di cosa sono i test sui contenuti, perché si fanno e cosa testiamo. Oggi parliamo invece di come si misurano i risultati più adatti a ogni fase di progetto.
Quando testiamo i nostri contenuti?
Come tutti i designer, anche gli UX Writer seguono progetti divisi per fasi. In particolare, queste fasi sono tre:
- prima cioè all’inizio del processo di sviluppo;
- durante, cioè nel corso dello sviluppo;
- dopo: cioè alla fine dello sviluppo (semplice, no?).
Testare all’inizio dello sviluppo (Addio, lorem ipsum)
La regola dice: è meglio testare i contenuti e i microcontenuti appena possibile. Questo significa che già durante la creazione dei prototipi dovremmo sforzarci di creare i contenuti, e abbandonare l’abitudine di usare dei marca posto o il lorem ipsum.
Lavorare da subito con contenuti reali ha due vantaggi:
- aiuta a scoprire da subito se la conversazione che stiamo progettando funziona
- aiuta i designer nello sviluppo dell’interfaccia (perché possono lavorare su spaziature e stili applicati al testo quasi definitivo).
Ovviamente siamo nella fase di prototipizzazione: i testi non devono ancora essere perfetti. Basta che siano sufficientemente strutturati da dare un’idea realistica di quello che diremo all’utente.
Sembra difficile vincere le resistenze del cliente e riuscire a ottenere contenuti sensati da subito. Ma spesso l’evidenza vince, e il cliente capisce da solo che sì, conviene a tutti.
Vediamo:
i test aiutano il cliente a capire quale tone of voice usare, talvolta con risultati sorprendenti.
Ho fatto molti test sulla riscrittura dei contenuti di un gruppo bancario, e lavorato su due tone of voice diversi: uno professionale e distaccato, e uno accattivante e user friendly.
Questo secondo stile era lontanissimo dalle indicazioni del committente. La richiesta di usare uno stile distaccato era dettata dall’ansia di sbagliare e osare troppo che dai valori dell’azienda.
Con mia sorpresa, il tone of voice scelto dopo i test è stato addirittura più innovativo e centrato sull’utente, e ha prodotto un ripensamento totale dell’approccio dell’azienda alle persone.
Potere della scrittura!
Metodi utili in questa fase: Test di leggibilità Cloze test. |
Testare durante lo sviluppo (dare struttura)
In questa fase passiamo dal prototipo dei contenuti alla versione definitiva, rifiniamo le parole, diamo struttura alle frasi e all’intera organizzazione dei contenuti.
È la fase in cui sono più utili i test sul contenuto.
Il test può aiutarci a capire se le parole che usiamo nell’interazione con gli utenti si adattano agli obiettivi della comunicazione, se le parole che abbiamo scelto sono chiare e comprensibili o se invece confondono.
Possiamo scoprire che alcune parole sono incomprensibili per gli utenti o che le persone assegnano loro significato diverso da quello che immaginavamo.
Possiamo scoprire che la nostra ironia non fa ridere ma indispettisce gli utenti, raggiungendo così il risultato opposto a quello prefissato.
Metodi utili in questa fase: Cloze test, Test dell’evidenziatore, Test di comprensione |
Testare alla fine dello sviluppo (tu chiamale se vuoi, emozioni)
Testare i contenuti al termine della fase di sviluppo ci aiuta a capire se le parole che abbiamo usato durante tutta la conversazione sono coerenti con gli obiettivi di comunicazione.
Probabilmente in questa fase non sarà possibile fare un test dei soli contenuti perché le parole sono incorporate nell’interfaccia e la valutazione riguarderà la navigazione generale del sito, dove testo e grafica contribuiscono alla comunicazione.
Un test che possiamo fare in questa fase è un test del tone of voice: facciamo leggere agli utenti tutti i testi dell’interfaccia (compresi gli errori e i messaggi email).
L’obiettivo è assicurarci di mantenere il nostro stile narrativo in tutte le interazioni con l’utente e lasciarlo con una buona impressione della nostra azienda.
Per questo chiediamo alle persone come si sono sentite al termine della lettura di tutti i contenuti (senza interruzioni) e di descriverci l’emozione generale generata in loro da quanto hanno letto.
Non chiediamo di indicarci subito le parole che hanno provocato questa emozione.
Partiamo dal generale (l’emozione generata dalla comunicazione) per arrivare al particolare (frasi e parole che stimolano le sensazioni e le emozioni) e capire perché il nostro contenuto provoca quella particolare emozione.
Metodi utili in questa fase: Test del tone of voice, Test di usabilità dei contenuti |
Una piccola avvertenza: i test del contenuto non ci danno risposte sull’architettura informativa, la gerarchia dei contenuti, la formattazione e gli aspetti visivi del layout.
Per rispondere a queste domande servono dei test di usabilità più o meno complessi. Per farli in modo facile ma efficace si può leggere Rocket surgery made easy di Steve Krugg (lo trovi qui sotto!).